Sicis, lifestyle 100% made in Italy
Abbiamo intervistato Maurizio Placuzzi, vulcanico fondatore di Sicis, poche settimane dopo la devastante alluvione che ha colpito la Romagna e coinvolto la sua stessa azienda.
di Sara Falsetti
Con invidiabile spirito da comunicatore ci racconta come, vista la rapidità con cui dipendenti, collaboratori e volontari hanno ripristinato lo status quo, sia stato necessario chiedere a tutti loro di fornire i video registrati in quei giorni di duro lavoro per poterli usare -in primis- come materiale da consegnare all’assicurazione, e poi per la realizzazione due video celebrativi di quelle giornate, durissime ma intense.
In questa idea si sintetizza lo spirito di un uomo che non ha paura di lavorare duro “mani nell’acqua” e che, una volta finito di faticare, intuisce come anche nei momenti più bui si possano trovare spunti per comunicare al meglio la propria azienda e la stima per le persone che fanno del loro lavoro la ricchezza di un’impresa fieramente a cavallo fra manifattura, arte e visione.
TILE ITALIA: Iniziamo dalla fine. Abbiamo visto i vostri video #SICIStiamorialzando, girati nei giorni dell'alluvione. Come stanno andando le cose in questo momento?
MAURIZIO PLACUZZI: Dopo i “giorni bui”, in cui posso dire di aver avuto la sensazione di vedere il mio funerale in diretta, ci siamo rialzati.
TILE ITALIA: Santo Cielo, “il suo funerale in diretta”!
M. PLACUZZI: Quando ti trovi a girare con il canotto per capannoni allagati con 89 cm di acqua, con i Vigili Del Fuoco, e vedi gli stabilimenti bui, senza corrente elettrica… quella è la sensazione: mi è parso di vedere la mia morte industriale. Superato lo sgomento iniziale ci siamo “messi mani nell’acqua”, come mi piace dire, e abbiamo rimosso 50.000 m³ d'acqua in 8 giorni, grazie anche all’incredibile aiuto di persone che hanno fornito idrovore e trattori da ogni parte d’Italia: dalla Sicilia alle puglie, fino al Trentino. La concentrazione delle Istituzioni, in quelle prime giornate caldissime, era infatti tutta volta all’aiuto ai privati, nelle case.
Dopo 8 giorni di lavoro pazzo e disperatissimo, era una domenica, ho guardato fuori ed ho visto che c'erano i giardinieri che stavano tagliando l'erba nel prato, in un gesto di assoluta routine… Mi sono detto: “Domani arrivano i periti dell'assicurazione, non crederanno mai quale fosse l’entità dei danni”.
Così, ho avuto l'idea di chiedere a tutti i miei collaboratori di mandarci i filmati che avevano girato nei giorni precedenti, per raccogliere l’opportuna documentazione. L’operazione ha ottenuto il risultato sperato, ma il materiale raccolto era così potente che ho subito immaginato di usarlo per raccontare Sicis in modo diverso, ringraziando al contempo tutte le persone che ci hanno supportato, concretamente ed emotivamente, da ogni parte del mondo.
TILE ITALIA: E ora, ricominciamo dall’inizio. Era il 1987, in un casale un pochino scalcinato a Cervia…
M. PLACUZZI: All’epoca ero un rivenditore di ceramica e conoscevo per questo a menadito il distretto di Sassuolo, le aziende e gli imprenditori che hanno fatto la storia di quel settore. Già all’epoca avevo sempre valigia e passaporto in mano, e viaggiavo in ogni continente. Sono sempre stato un attento osservatore, e mi piaceva già allora cogliere trend di mercato e scoprire le caratteristiche specifiche dei diversi Paesi nel modo di approcciarsi alla vendita. Un bel giorno, a Hong Kong, venni sfidato da un cliente a proporgli un materiale unico al mondo per il suo palazzo in costruzione.
Tornato a casa, mi trovai a visitare, da turista, la Basilica di Sant’Apollinare in Classe, a Ravenna, e i suoi magnifici mosaici. Ebbi l’intuizione, e proposi al cliente un mosaico in pietra naturale. Vinsi la commessa, ma non avevo né il materiale, né la struttura per produrlo… ero come Totò (ride. NDR). E da qui è partita l'avventura.
TILE ITALIA: ... e lo sviluppo anche tecnologico di un materiale che, fino ad allora, aveva avuto metodi applicativi esclusivamente manuali, artigianali.
M. PLACUZZI: Inventai il metodo “doppio indiretto”, ovverosia il materiale premontato su fogli di rete, che rivoluzionò anche il mondo della posa dei piccoli formati ceramici.