Gruppo Bardelli: tra creatività e imprenditorialità
di Gibo Borghesani
Entusiasmo, creatività, visione, pionierismo e un pizzico di “sana follia” sono elementi di spicco che si respirano nella conversazione, estremamente coinvolgente, con i due fratelli Gianandrea e Gianmaria Bardelli, terza generazione che dal 2015 si è inserita alla guida dell’omonimo Gruppo che, con i suoi tre marchi Ceramica Bardelli, Ceramica Vogue e Appiani, da più di 60 anni è un punto di riferimento nel mondo della ceramica e del design dei quali sono stati precursori vincendo, già nel 1991, il Compasso d’Oro per la collezione Key Point. Passione, quella per il design, che non si è mai affievolita come dimostrano la recente collaborazione con Seletti e le oltre dieci nuove collezioni presentate a Cersaie 2023.
Quali valori del passato aziendale non mancheranno mai?
Gianandrea Bardelli: Tradizione, qualità e sensibilità “artistica”. Quest’ultima è sicuramente quella che, più di tutto, ci ha sempre differenziato. La metto tra i valori in quanto è un po’ una tradizione di famiglia: arte, musica e letteratura sono discipline che influenzano quotidianamente il nostro operato da imprenditori.
Gianmaria Bardelli: Confermo. Sicuramente preservare i valori dei tre marchi con l’obiettivo di rileggerli con occhio contemporaneo mantenendone, però, l’identità.
Lo dimostrano le nuove collezioni…
Gianmaria Bardelli: Esatto. Per il 150° anno del marchio Appiani, ad esempio, abbiamo ripreso dei progetti realizzati per il Teatro Eden di Treviso prendendo spunto da esagone in pasta bianca le abbiamo realizzate in piccolo formato con monocottura di gres porcellanato e, grazie allo smalto in polvere, le presentiamo in 18 nuances di colore, sviluppate in tre tonalità differenti.
La sperimentazione non si ferma.
Le nuove tecnologie permettono una flessibilità incredibile. Possiamo ricevere dal progettista una dima con un suo disegno e, grazie all’uso delle stampanti 3D abbinate alla nostra artigianalità, possiamo attuare una customizzazione totale.
Avete utilizzato anche l’Intelligenza Artificiale…
In collaborazione con i ragazzi della Digital Design (rinomato studio di design con sede a Fiorano Modenese ndr.) e con il Laboratorio AImageLab di Unimore, abbiamo utilizzato un software di intelligenza artificiale nel quale abbiamo inserito porzioni di un centimetro di alcuni pavimenti tra i più venduti al mondo come cemento, resina, ceppo di gre, pierre bleue e argille.
Poco tempo fa poteva sembrare fantascienza…
Vero! E il risultato creato dagli algoritmi è stato un foglio infinito di texture, da stampare poi sul gres, sul quale, però, abbiamo lavorato perché non nego che, senza l’intervento umano, l’effetto non si poteva definire bello. È nata così la collezione Clayborn di Ceramica Bardelli che deve il nome a una collaborazione che abbiamo attuato con l’omonima azienda produttrice di whisky tedesca. L’idea è nata dal fatto che la maggior parte delle argille utilizzate provengono dalle cave tedesche di Westerwalt dove nasce anche il loro whisky.
Quando nasce la collaborazione con un artista come si riesce a coniugare il punto di vista iniziale con la realizzazione?
La gestione del processo creativo è molto delicata. Non si parte mai da un pensiero economico ma da una visione, una direzione, un’idea che viene sviluppata spesso insieme all’artista e che, poi, si studia come realizzare tecnicamente. A volte capita anche che i progetti non vadano in porto perché, pur riconoscendone il valore, capiamo che non è il momento giusto. Quindi si mettono nel cassetto. E magari dopo qualche anno sono… perfetti.
Quali sono le nuove tendenze legate al mondo delle superfici?
Il piccolo formato non è mai uscito di scena e adesso è più che mai nuovamente protagonista. C’è un grande ritorno del mondo della listelleria e dei colori forti. Ovviamente i grandi formati. Il tutto però in dialogo.
Come sono cambiate le “regole” del design di interni negli ultimi anni?
Mi sembra si sia un po’ limitato a un discorso estetico e grafico. Io preferisco una progettualità di insieme, valutare l’ambiente e trovare nelle nostre collezioni la soluzione, che deve essere sempre anche funzionale, in modo creativo. Ogni progetto per noi è una sfida.
Qual è la differenza tra un progetto residenziale ed extraresidenziale in termini di sfida e creatività?
Ci sono alcuni prodotti che nascono per una soluzione specifica. Spesso, però, ci sono progettisti ai quali fai proposte insolite, attingendo a materiali nati per una precisa destinazione d’uso, e insieme a loro riusciamo a rileggere e a rendere, anche per questo, di fortissimo impatto. Che un architetto ci invii il progetto per un piccolo bagno o un grande hotel per noi non fa differenza. Quello che ci fa entusiasmare è la creatività che può trasformare anche un bagno in un piccolo capolavoro.
Siete molto forti anche nell’hotellerie…
Ci stiamo divertendo molto in quel mondo. Non a caso abbiamo creato una collezione che si chiama Play ed è dedicata al mondo del gaming, al quale realtà ricettive si stanno indirizzando. In questo caso è stato molto stimolante trovare soluzioni che rispondessero a esigenze precise inaspettate: come studiare piastrelle opache per fare sì che la rifrazione della luce non avvenisse e consentisse agli elementi di illuminazione o arredo di essere incorniciati correttamente.
Come viene affrontato il tema della formazione e della crescita dei nuovi talenti?
Gianmaria Bardelli: Abbiamo la fortuna di avere con noi elementi storici del Gruppo e l’hanno a cuore. Presente e passato stanno formando le nuove generazioni che, di contro, siamo sicuri porteranno visioni innovative.
Da qualche anno la formazione interna avviene con supporti digitali e questo ci ha permesso di aprirci anche all’esterno e creare la Bardelli Academy: una piattaforma di formazione nella quale condividiamo processi produttivi, sistemi di posa, collezioni che, in collaborazione con le Università di Milano e Torino, viene affiancata da esperienze dirette qui da noi dove ospitiamo studenti che si mettono alla prova. Con risultati sorprendenti.
Gianandrea Bardelli: In più abbiamo recentemente allestito due showroom, uno nella sede produttiva di Biella dove organizziamo visite guidate che permettono una skyline completa delle collezioni, e uno a Sassuolo, che ospiterà sia uffici commerciali sia visite di clienti, agenti e nuovo personale commerciale.
Cosa apportano le nuove generazioni alla vostra visione?
Gianandrea Bardelli: Confrontandomi con le nuove generazioni mi rendo conto che temi come la sostenibilità ambientale e l’economia circolare sono sempre più attuali e non sono solamente dei temi “alla moda”. Soprattutto nei giovanissimi: mi è capitato di discuterne in alcuni colloqui. Trasmettono chiaramente una sensibilità molto spiccata al tema.
Gianmaria Bardelli: È un tema che non può essere messo in secondo piano e al quale siamo fedeli da molti anni con un ciclo produttivo sostenibile, la depurazione e il riutilizzo delle acque, l’attenzione ai fumi. Per il nostro Gruppo è talmente normale che mi stupisco quando scopro che in realtà molti non l’hanno ancora messo in pratica.
Quali sono le strategie per assicurarsi che i giovani talenti formati rimangano impegnati e fedeli all'azienda nel lungo termine?
Gianmaria Bardelli: Essendo un’azienda familiare il rapporto interno è molto empatico e, soprattutto, garantiamo un percorso di crescita costante sia in campo di formazione sia di soddisfazione personale ed economica. Noi investiamo su chi lavora per noi. E i risultati li vediamo.
Gianandrea Bardelli: Crediamo fermamente nei valori come rispetto, educazione ed etica a 360 gradi. Come ci hanno insegnato nostro nonno e i nostri genitori, crediamo che questi valori siano alla base di un rapporto sano, trasparente e duraturo con i propri collaboratori; a tal proposito posso dire che vantiamo un turnover di personale tra i più bassi del settore. Siamo imprenditori aperti al dialogo e all’imprenditorialità dei nostri collaboratori: tanti progetti o tecnologie sono nate proprio da loro e non c’è soddisfazione più grande di vedere il proprio personale esprimere creatività e la propria opinione vedendo crescere contemporaneamente la persona e la sua consapevolezza da professionista.
Le nuove tecnologie sembrano inarrestabili. Come si può rimanere al passo o, a volte, anticipare l’aspetto produttivo?
Gianandrea Bardelli: La tecnologia del settore ceramico nell’ultimo decennio ha fatto passi da gigante, mantenere il passo non è semplice ma credo che, per un’azienda come la nostra, l’aspetto puramente tecnologico non deve essere il punto cruciale. La nostra forza è sempre stata quella di coniugare industria e artigianato, estetica e tecnica; binomi che ci hanno sempre permesso di differenziarci sul mercato e di creare quelli che oggi sono i nostri tre brand. Negli ultimi anni, però, abbiamo focalizzato i nostri investimenti tecnologici in ambito di flessibilità: nuove macchine di taglio, robot antropomorfi, stampanti 3D e piatti retroilluminati per il montaggio di mosaico. Tutti investimenti volti a implementare l’offerta sempre più “custom”, riducendo tempi di consegna, grado di personalizzazione e qualità produttiva. Il tutto per rispondere sempre più velocemente a un mercato dinamico, esigente e in forte evoluzione.