Il futuro della posa - intervista al presidente Assoposa, Luca Berardo

Luca Berardo

In un periodo di trasformazioni rapide e sfide senza precedenti per il mercato del lavoro, la professione del posatore si trova al crocevia di importanti cambiamenti.
Per approfondire come il settore della posa in opera stia affrontando queste sfide e per capire le strategie che Assoposa sta adottando per rendere la professione più attrattiva e sostenibile, abbiamo avuto il piacere di intervistare Luca Berardo, presidente Assoposa, che ha condiviso con noi la sua visione sul futuro del lavoro artigianale, le necessità di formazione continua e l’importanza di unire tecnologia e competenze manuali in un contesto in continua evoluzione.

TILE ITALIA: Luca, quali sono, secondo lei, le principali sfide che il mercato del lavoro sta affrontando oggi?

Luca Berardo: L’elemento che oggi certamente più mi colpisce del mercato del lavoro è la pressoché unanime opinione che il maggiore bisogno delle aziende risieda nel capitale umano. Negli ultimi anni, il capitale umano è diventato difficilissimo da reperire e, una volta trovato, da trattenere e fidelizzare. Non si intravede nessun segnale di miglioramento in tal senso negli anni a venire. E questa affermazione non vale solo per il comparto ceramico, anzi: sembra essere del tutto indipendente dal settore e dalla zona d’Italia. La difficoltà di trovare e mantenere personale qualificato è un problema trasversale a molti settori.

TILE ITALIA: Quali cambiamenti ha osservato nei settori professionali negli ultimi anni?

L. Berardo: In tutti i settori professionali ci sono stati molti stravolgimenti negli ultimi anni. L’accelerazione di questa mutazione è diventata ancora più evidente dal post-pandemia in poi, soprattutto per quanto riguarda le aspettative sul mercato del lavoro, che sono cambiate radicalmente, rendendo evidente una trasformazione profonda nel modo di approcciarsi al lavoro.

TILE ITALIA: Come si è modificata l’importanza del lavoro artigiano nel contesto attuale?

L. Berardo: Prendendo ad esempio il lavoro artigiano, possiamo affermare che la componente di senso del dovere e di riscatto, che ha spinto molti giovani delle passate generazioni a imparare un mestiere e a consolidare una posizione lavorativa e sociale, è oggi pressoché sparita. Questo fenomeno spiega in parte la difficoltà di molti artigiani nel trovare persone disposte a lavorare con loro. Oggi viviamo in un contesto sociale molto più mobile, sia territorialmente che culturalmente, dove il culto del lavoro e della fatica fisica ha lasciato spazio ad altri valori.
Questo cambiamento ha influenzato anche i figli degli artigiani, che spesso mettono in discussione i valori lavorativi della famiglia di origine e non sempre raccolgono le redini di aziende già avviate, magari da 3 generazioni precedenti.

TILE ITALIA: Come pensa sia possibile rendere la professione del posatore più attrattiva per i giovani?

L. Berardo: Mi rendo conto che non possiamo più pretendere di essere attrattivi offrendo contesti lavorativi statici, privi della componente tecnologica, oggi fondamentale. I giovani hanno accesso immediato alla conoscenza tramite smartphone e non possono più permettersi di passare tempo ad imparare da chi non trasmette il sapere in modo chiaro e codificato. È essenziale aggiornare il percorso formativo e renderlo al passo con i tempi.

TILE ITALIA: Quali sono le strategie che Assoposa sta adottando per affrontare queste sfide?

L. Berardo: La nostra principale sfida è rendere attrattiva una professione che, grazie all’evoluzione del prodotto ceramico, avrà un ruolo sempre più centrale.
È fondamentale investire nella formazione professionale continua, nella certificazione delle competenze e nell’associazionismo per favorire il confronto e la crescita. Dobbiamo unire tecnologia e competenze manuali e adottare principi di sostenibilità, comunicando al contempo come la professione di posatore qualificato garantisca sbocchi professionali e occupazionali, e redditi adeguati.

TILE ITALIA: Come vede il futuro della formazione tecnica e del lavoro manuale?

L. Berardo: La formazione tecnica non deve essere vista come l’alternativa per chi non vuole studiare, ma come un percorso di pari dignità sociale ed economica. La formazione professionale deve rispondere alle inclinazioni di una giovane mente più portata alla pratica. Assoposa promuoverà un sistema di formazione continua, non solo per i posatori, ma anche per il personale occupato nel mondo della distribuzione del prodotto ceramico, puntando a una vera e propria scuola di posa.

TILE ITALIA: Cosa ci può dire riguardo al Cersaie di quest’anno e alle novità presentate?

L. Berardo: Il Cersaie di quest’anno ha rappresentato una sintesi delle nostre visioni per il futuro della professione e dell’associazione. Il tema principale è stato come la tecnologia possa conciliarsi con le capacità umane.
Abbiamo annunciato una partnership strategica con il Consorzio REC per promuovere buone pratiche di sostenibilità e daremo spazio alla nostra Academy, sempre più motore di innovazione nella formazione.

TILE ITALIA: Qual è il messaggio che vuole trasmettere riguardo alla professione del posatore e al lavoro in generale?

L. Berardo: Abbiamo assistito a una mistificazione totale del lavoro, in particolare nelle professioni legate all’edilizia, che non vengono raccontate in modo positivo.
Questo ha rafforzato l’idea che il lavoro non possa più portare realizzazione.
Vogliamo invertire questa tendenza e restituire dignità e attrattività alla professione del posatore, facendola diventare una scelta di futuro per i giovani.  

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