ANCE: osservatorio congiunturale
Gli investimenti in costruzioni, principale motore di crescita nel biennio 2021-2022, saranno cruciali: circa un terzo della crescita del PIL nei periodi citati (+12,3%) è attribuibile all'edilizia, contributo che raggiunge il 50% se si considera anche tutta la filiera (edilizia e immobiliare).
Estratto da: Osservatorio ANCE gennaio 2024
I COMPARTI NEL 2023
Ance prevede un aumento del 5,0% negli investimenti in costruzioni rispetto al 2022, coinvolgendo tutti i comparti. Per la nuova edilizia residenziale, la stima indica un aumento annuo del +1,3% in termini reali, legato alla costante crescita dei permessi di costruire dal 2016. Gli investimenti nel recupero abitativo, rappresentanti il 40% del totale settoriale, registrano un lieve aumento del +0,5% in termini reali, influenzati dagli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente.
Nel decennio di crisi del settore, gli strumenti agevolativi hanno sostenuto la manutenzione abitativa, aumentando la produzione del comparto del +0,5% dal 2008 al 2020, a differenza di una flessione del settore del -38,9%. Nel biennio post-pandemico, grazie al Superbonus 110%, il settore del recupero abitativo ha continuato a svolgere un ruolo cruciale per lo sviluppo. Nel 2023, con la scadenza dell'agevolazione fissata al 31 dicembre, i lavori portati a conclusione hanno registrato una forte accelerazione. La possibilità di accedere alla cessione del credito e allo sconto in fattura hanno contribuito al coinvolgimento di una platea più ampia di soggetti, inclusi le famiglie meno abbienti. Questo approccio ha portato, in alcuni casi, a eccellenti risultati in termini di contenimento dei consumi energetici e riduzione delle emissioni di gas serra.
Nel 2023, gli investimenti privati in costruzioni non residenziali registrano un aumento del +5,0%, confermando una tendenza positiva in atto dal 2016, eccezion fatta per l'anno pandemico. Questa stima tiene conto dei dati positivi dei permessi di costruire per l'edilizia non residenziale, attivi dal 2015, e dell'aumento dell'11,5% del credito all'edilizia strumentale nei primi nove mesi del 2023.
Le opere pubbliche non residenziali mostrano una crescita del 18% nel 2023, attribuibile principalmente ai cantieri mossi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dalla chiusura della programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali europei. Il PNRR contribuisce massicciamente alla forte crescita della spesa in conto capitale dei Comuni italiani, che registra un aumento del 41% nel 2023.
Le previsioni per il 2024 sono condizionate da un contesto economico incerto, con fattori come inflazione, politica monetaria e tensioni geopolitiche. Le stime indicano un aumento più contenuto del PIL italiano, che dovrebbe oscillare tra +0,6% e +0,9%.
Per il settore delle costruzioni, Ance prevede una riduzione del 7,4% degli investimenti nel 2024, influenzata dalla mancanza di contributo espansivo della manutenzione straordinaria (che nell’ultimo triennio è giunta a rappresentare il 40% del mercato) e dal venir meno dello strumento della cessione del credito/sconto in fattura. Si prevede anche una flessione tendenziale del -27% nel comparto della manutenzione abitativa.
Per quanto concerne la nuova edilizia abitativa e il non residenziale privato, si stima un ridimensionamento dei livelli produttivi, pari, rispettivamente, a -4,7% e a -1% rispetto al 2023. Su entrambi i comparti pesa l’inversione di tendenza riscontrata nei permessi di costruire e, per la componente non abitativa, anche il quadro macroeconomico così volubile, da cui questo comparto risulta particolarmente influenzato.
IL MERCATO IMMOBILIARE RESIDENZIALE
Nel corso del 2023, il mercato immobiliare residenziale italiano ha manifestato segnali negativi, con una diminuzione del -11,8% nelle compravendite di abitazioni nei primi 9 mesi dell'anno. Questa tendenza è stata influenzata principalmente dalla politica monetaria restrittiva della BCE, che ha reso più difficile e costoso l'accesso al credito per l'acquisto di case, una pratica che rappresenta il 60% delle transazioni abitative.
Inoltre, l'inflazione persistente ha eroso i risparmi delle famiglie, ritardando le decisioni di investimento immobiliare. Nonostante questi fattori abbiano temporaneamente ridimensionato il mercato, la domanda abitativa rimane elevata. Dati dell'Istat indicano che, nel 2022, oltre 2 milioni di famiglie (il 9,1% del totale) hanno manifestato l'intenzione di cambiare casa.
La pandemia ha cambiato la percezione della casa, ora considerata un ambiente multifunzionale centrale anche al di fuori delle occasioni serali e festive. La casa è diventata il luogo per lo studio, lo smartworking e un rifugio sicuro per coltivare la vita privata e le relazioni sociali.
La ricerca di una nuova abitazione si è orientata verso due direzioni. La prima cerca soluzioni con spazi adeguati e confortevoli per rispondere alle esigenze quotidiane delle persone. La seconda comprende una dimensione più collettiva, legata ai servizi di prossimità che il quartiere offre, diventando fondamentali per rendere un luogo vivibile e attraente. L'indagine multiscopo dell'Istat conferma queste nuove esigenze abitative, evidenziando che circa 3 milioni di famiglie (il 12%) riscontrano criticità nella dimensione dell'abitazione.
Questa percentuale aumenta notevolmente se si considera l'ambiente circostante, con oltre il 30% degli intervistati che lamenta carenze nel trasporto pubblico e nella pulizia delle strade.
Queste evidenze sottolineano la necessità di una rigenerazione urbana delle città, partendo dalla riqualificazione e riorganizzazione degli spazi fisici. L'obiettivo è restituire aree condivise alla cittadinanza, garantendone la fruibilità e promuovendo lo sviluppo socio-economico.
L’ANDAMENTO DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI E L’ATTUAZIONE DEL PNRR
Gli investimenti in opere pubbliche in Italia nello scorso anno hanno registrato un incremento del 18% in termini reali rispetto all'anno precedente. Questo trend, pur positivo, rappresenta un rallentamento rispetto alle previsioni di ANCE di maggio 2023, che stimava un aumento del 25% per questo comparto.
Il peggioramento del contesto economico generale, e le incertezze legate al processo di revisione del PNRR, sono fattori che hanno influenzato questa riduzione delle aspettative. Nel corso dell'anno, sono stati implementati progetti già in corso e avviati nuovi cantieri grazie ai numerosi bandi di gara pubblicati alla fine del 2022. Queste valutazioni trovano conferma nell'andamento dei principali attuatori del Piano europeo, come RFI e gli enti locali.
Per quanto riguarda gli enti locali, i dati della Ragioneria Generale dello Stato indicano un aumento del 41% nella spesa in conto capitale dei Comuni rispetto all'anno precedente, corrispondente a un incremento di investimenti pari a 5,4 miliardi di euro. Questa crescita significativa è concentrata principalmente nell'ultimo trimestre dell'anno, dove i Comuni hanno aumentato la spesa per investimenti del 70%. Questo incremento è evidentemente motivato anche dalla scadenza a fine anno della programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali europei.
La revisione del PNRR Sull’andamento del Piano nel corso del 2023 ha inciso il processo di revisione attuato al fine di inserire il nuovo capitolo dedicato al programma REPowerEU, il programma europeo finalizzato a rafforzare l’indipendenza, la sicurezza e la sostenibilità energetica dell’Unione europea. Al momento non è possibile stimare dettagliatamente l’impatto che tali modifiche avranno sugli investimenti che coinvolgono il settore delle costruzioni.