La diffusione del BIM in Italia: intervista ad Anna Moreno, presidente IBIMI

di Chiara Poggi

La digitalizzazione delle costruzioni e la progettazione BIM sono attualmente sotto i riflettori, alla luce anche del riconoscimento in campo normativo avvenuto con il decreto che ha sancito l’obbligatorietà del Building Information Modeling nelle opere pubbliche a partire dal 2019. Abbiamo incontrato l’ing. Anna Moreno, presidente di IBIMI, affiliato Italiano di buildingSMART international, (bSI), una autorità riconosciuta a livello mondiale, attiva nello sviluppo e nella promozione della trasformazione digitale dell’industria delle costruzioni attraverso la creazione e l’adozione di standard per lo scambio di dati digitali, aperti e internazionali.

IBIMI conta attualmente su circa 120 associati, tra cui una trentina di imprese, e nasce nel 2015 dalla volontà di alcuni professionisti che si occupavano di interoperabilità, di volere sostenere la diffusione dell’OPEN BIM. Un’Associazione no-profit giovane quindi, che sta crescendo velocemente, sul principio della learning community, basata sulla condivisione di conoscenze e competenze. 

Bim è l’acronimo di Building Information Modeling. Può spiegare di cosa si tratta?

A.M. Un edificio è un’entità piuttosto complessa, che per poter funzionare nel giusto modo e garantire sicurezza e comfort, deve unire tecnologie, servizi, piani di manutenzione, professionalità specifiche. Tutti elementi che devono essere integrati lungo l’intero arco di vita della struttura, a prescindere dalla sua destinazione d’uso. Il Bim è una metodologia associata a un insieme di strumenti e standard interdisciplinari, che consente di far convergere tutti i dati e i documenti relativi a una struttura, verso un'unica sorgente di informazione. Rappresenta in sostanza la digitalizzazione del settore edile; ciò significa che qualsiasi cosa inerente un progetto lungo il suo ciclo completo di vita, grazie al Bim può essere digitalizzata ed integrata in un modello 3D. Questo non vuol dire prendere il disegno di una casa e scansionarlo, ma poter intervenire sul modello 3d collegandolo  a tutte le informazioni disponibili, quali calcoli strutturali, impianti, progetti, libretti di manutenzione, ecc.

Qual è l’effetto di queste nuove tecnologie sul mercato? Quali sono i vantaggi derivanti dall’implementazione di una metodologia BIM nella filiera dell’edilizia?

A.M. Il Bim sta lentamente modificando l’approccio gestionale al processo progettuale, ottimizzando le scelte preliminari e riducendo al minimo errori ed ambiguità e garantendo, al contempo, un controllo totale sulla precisione, sulla gestione dei costi e nella realizzazione delle varianti. Avvalendosi del Bim si provvedono ad utilizzare linguaggi standardizzati e aperti che garantiscono la leggibilità del dato anche a distanza di decenni. Pensiamo che, attraverso il cellulare o il tablet, possiamo arrivare a visualizzare tutti i progetti non solo di un edificio, ma addirittura di un grattacielo o di una stazione ferroviaria.

I vantaggi dell’approccio Bim sono numerosi e concreti per tutti i soggetti coinvolti nel processo edilizio. Nel caso dei progettisti significa possibilità di attuare modifiche a un progetto nel giro di poche ore. Facendo una modifica a un modello 3D si aggiornano prospetti, sezioni e tutte le tabelle collegate. Grazie al Bim per gli impiantisti diventa molto più agevole fare opere di manutenzione di un’edificio. Pensiamo alla necessità di sostituire un componente elettrico ormai obsoleto in un impianto ancora perfettamente funzionante. Il manutentore, attraverso il modello Bim, potrà avere immediata accessibilità alle informazioni relative al componente. Ciò consentirà un intervento rapido, e la sostituzione del componente con uno nuovo che abbia caratteristiche equivalenti, risparmiando la necessità di cercare informazioni in cataloghi cartacei datati e di non sempre facile reperibilità.

Il committente finale è fondamentale che sia in grado di assicurarsi che tutte le informazioni necessarie per la gestione e la manutenzione siano effettivamente disponibili e complete. Da qui derivano i vantaggi anche per i proprietari degli immobili o per la pubblica amministrazione. Pensiamo a un edificio storico: attualmente per recuperare le informazioni si deve andare negli archivi. Nel momento in cui le informazioni sono digitalizzate e collegate ad un modello BIM dell’edificio così com’è, ci inseriamo tutti i documenti e abbiamo tutto disponibile sul momento… ma soprattutto per i decenni futuri.

Continua a leggere l'intervista su MaterialiCasa Magazine 1/2020

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